Quasi quasi mi dispiace.
Insomma, a vederla in termini filosofici poteva essere una buona occasione per ricominciare tutto daccapo, ripertire da zero e magari provare a fare le cose in maniera diversa.
Invece al CERN, almeno per ora, pare essere andato tutto bene e pertanto la distruzione del nostro pianeta dovrà aspettare.
Bene, perchè dopo essere stato in Messico sono un convinto assertore del fatto che la fine del mondo (o, comunque, la fine di “qualcosa”) sarà il 21 dicembre 2012.
Però, per sicurezza, dato che non mi era piaciuto il modo sbrigativo con cui io e Patty ci eravamo salutati stamattina, alle 9,27 l’ho chiamata (sì, tre minuti prima dell’accensione di quel coso…in fondo le cose da dirsi non erano poi tante!! 😛 )…così da poter sparire con la coscienza a posto ed una voce dolce in sottofondo.
E vabbè…scampato pericolo, dunque.
Scongiurata quindi la catastrofe globale (ma, in fondo, in tutto il pianeta sembra averci creduto veramente solo una persona, poveretta), restano quelle piccole, personali, quelle vere.
Quelle di cui magari nemmeno il vicino di casa si accorge, quelle che conosci solo tu, quelle che dentro fanno un boato enorme ma che da fuori nessuno sembra percepire.
Quelle che ti fanno pensare che, se fosse arrivata davvero la fine del mondo, per certi versi sarebbe stato pure positivo.
Ogni tanto, durante la giornata, mi fermo a pensare: “e se questa fosse l’ultima buona giornata dell’anno?!”. Allora cerco di apprezzare quello che di buono quella giornata ha da offrirmi, il sorriso disinteressato di una commessa, una parola gentile detta magari quasi per caso, una telefonata con la persona che ami a tre minuti dalla fine del mondo.
Poi, a fine giornata, mi addormento e penso: “No, probabilmente oggi non è stata l’ultima buona giornata dell’anno.
Era ieri”.
Stavolta sei stato un po’ troppo melodrammatico per i miei gusti! 😀
Bhè…capita, A VOLTE 😉
La prossima VOLTA che ne dici di cambiare titolo?
Dai, lancia un bel sondaggio! 🙂