Mi piace molto ascoltare la radio, in auto lo faccio quasi sempre…tranne quando trasmettono delle canzoni!
Spiego…mi piacciono le trasmissioni di intrattenimento, dove c’è gente che parla e possibilmente dice anche qualcosa di intelligente. Avendo però un certo disprezzo per la discografia ed in particolare per la promozione radiofonica dei dischi (quel meccanismo perverso che ti costringe a sentire decine di volte la stessa canzone in qusi tutte le emittenti, canzone a cui viene dato il nome “Il nuovo successo di Pincopallo” quando magari ancora l’album manco è in vendita…), ma avendo soprattutto raggiunto la convinzione che al 99% la roba che trasmettono difficilmente potrà entusiasmarmi o apparirmi originale, insomma per questi motivi tendo a non fare troppo caso alla musica che viene trasmessa, magari cambiando canale o abbasando un pò il volume (concedendo così, finalmente, libertà di parola a chi ha la sventura di trovarsi in auto con me!!)
L’altro giorno, però, il caso ha voluto che driblando i vari tormentoni musicali facenso zapping (…oddio…si potrà dire anche per la radio o vale solo per la tv?!?!) tra una stazione e l’altra mi sono imbattuto in questa frase:
“E adesso che non ho più Topo Gigio, cosa me ne frega della Svizzera?” Lì per lì ho pensato che fossero Elio e le Storie Tese. Invece è Vasco Rossi, indubbiamene in uno devi suoi versi più riusciti.
In rete si sono già scatenati tutti i suoi fans per cercare di capire a cosa si riferisca, con le più svariate teorie (dal rapporto giovinezza e povertà/ricchezza in età adulta ad una sua presunta storia con la Hunziker, e via discorrendo…), quindi non mi dilungherò su questo (anche perchè francamente non saprei cos’altro aggiungere!)
Ora…confesso di non essere mai stato un suo grande estimatore, quindi il mio giudizio sicuramente non sarà obiettivo…però trovo che per un personaggio come lui scrivere un verso del genere equivale a ricoprirsi di ridicolo.
Certo, non che fosse meno ridicolo quando cantava “Oggi ho sgozzato mio figlio, credevo fosse un coniglio” ma si sa, al Vasco nazionale si è sempre perdonata ogni cosa.
Però sono convinto che se un qualsiasi gruppo emergente/semi-sconosciuto avesse scritto una roba del genere (anzi, azzardo: avesse scritto il migiore dei brani di uno qualsiasi degli ultimi quattro/cinque album di Vasco) nessuno se li sarebbe cagati. Come, in effetti, artisti assai più dotati (per lo meno a mio avviso, sia ben chiaro…) vengono il più delle volte ignorati, perchè per vari motivi -prevalentemente commericiali, ma non solo- non rientrano in quel meccanismo perverso descritto poche righe più sopra. Meccanismo nel quale Vasco è invece perfettamente inserito, e grazie al quale ormai può permettersi di pubblicare di tutto, ben sapendo -e qui generalizzo- che il grosso della “spinta” non viene tanto dal valore artisitco del prodotto in sè, ma dalla promozione che gli viene fatta, e dal grande nome a cui di volta in volta questa è associata.
Comunque Vasco mi sembra sempre di più in colflitto con sè stesso e stanco di essere il personaggio che è; secondo me tra qualche anno andrà a finire che tra qualche anno, per mettersi un pò in discussione, farà anche lui un reality intitolato “la Famiglia Rossi”…sì, insomma, qualcosa del genere!!! (Dite la verità…non vi sembrano l’uno il corrispettivo dell’altro per i rispettivi Paesi e gruppi di fedeli sostenitori?!?!) 😀
Vabbè, ho detto la mia, ora sono in attesa che “La più grande rock-star italiana” mi smentisca pubblicando davvero qualcosa di “rock”, dimostrandomi di non essere stato rammollito dalla vecchiaia.
Nel frattempo, per chi volesse avere un esempio di cosa intendo io per “poesia-rock”, consiglio vivamente l’ascolto di questo brano. Lo ha scritto uno che è pure dieci anni più vecchio di Vasco…